lunedì 21 dicembre 2009

La cucina delle meraviglie



Tempo fa scrissi una serie di racconti e ho deciso di pubblicarli per sapere che ne pensa il mondo di loro.

La cucina delle meraviglie - da una storia realmente accaduta

In quella cucina, dalle piccole dimensioni, vivevano in tanti. Erano li da tanti anni e avevano visto passargli davanti tanti proprietari. Molti erano segnati da brutte esperienze, altri dimenticati in angoli lontani a raccogliere polvere. La sorte peggiore era toccata alle caffettiera.
Gli ultimi propietari l'avevano accolta con amore e con curiosità, era una caffettiera napoletana lei, una cosa d'altri tempi e tutti la guardavano con ammirazione e interesse. Era tanto felice di quella sua nuova vita, tanto che si impegnava a fare il caffè più buono di come l'avesse mai fatto. Era semplicemente rinata. Il suo buon profumo, il suo lungo becco, i suoi due contenitori che si accoppiavano con decisione. Si sentiva come mai si era sentita. Un giorno prima di natale uno dei propietari andò in un negozio specializzato a comprare un caffè di gran qualità e lo fece macinare su misura per lei! Che grande emozione fù filtrarlo e tenerlo dentro di se, sentirlo disciogliersi con dolcezza nel suo interno, sentire la sua corposità, il suo aroma e la grana leggermente più spessa che si addiceva perfettamente a lei. Passò momenti unici.
Finitò l'inverno, i propietari, non la vedevano più allo stesso modo. Faceva un caffè troppo leggero, consumava troppo caffè, non era buono, era scomoda, sporcava! Si senti tradita, sentì che quei commenti la laceravano, la stroncavano, la ferivano. In poco tempo fù sostituita. Caffettiere moderne da espresso, piccole, grandi, di tipi differenti. Con i loro aromi forti e le loro forme accattivanti. Lei tradita e ferita, stava nel pensile, nella parte più profonda e fuorimano, come per dirle “ormai non servi più”. Accanto a lei stavano vecchie pentole dallo smalto scheggiato, terrine bruciate, oggetti che non si usano mai e vengono relegati nelle profondità degli armadi. Le mancava l'aroma del caffe e mai avrebbe dimenticato quella grana e quel particolare aroma. In cuor suo sperava che magari, un giorno o l'altro, qualcuno l'avesse tirata fuori da quell'angolo buio, pulita e messa in funzione.

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